Nato a Susa nel 1715, Carlo Andrea Rana intraprese la propria carriera come ingegnere topografo, nominato supplente poi professore di matematica per le Regie Scuole di Artiglieria e Fortificazione, sin dall’anno della loro fondazione, nel 1739. Anni di onorato servizio gli procurarono nel 1780 il riconoscimento regio di architetto civile e militare: tenuto in grande considerazione da Vittorio Amedeo III, subentrò nella direzione del cantiere delle tombe reali di Superga nel 1778 e entrò a far parte del Consiglio degli Edili di Torino.
Quando, nel 1763, presentò il progetto per la nuova chiesa parrocchiale di Strambino, Rana non aveva costruito molto – la piccola cappella della Madonna delle Grazie nei pressi di Susa (datazione incerta, ma entro il 1774) e la parrocchiale di Settimo Rottaro (1787-1790) sono opere successive. Di fatto, Strambino rappresentò per lui la prima, più importante e impegnativa commissione ricevuta al di fuori degli incarichi di corte. L’architetto gettò sulla carta un progetto che allettava l’ambizione dei suoi committenti: una chiesa di proporzioni monumentali da costruire nel centro del paese, dotata di una ampia aula di forma quasi ellittica, circondata da quattro cappelle laterali, un coro circolare con cupola e una cappella sopraelevata da consacrare al culto della Vergine del Rosario. L’area individuata per la costruzione, segnata a tratteggio sulla carta di Bruschetti, era occupata da un gruppo di case separate da orti e giardini, da comprare e demolire. L’impresa che si stava per intraprendere avrebbe cambiato profondamente il volto del paese.
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I disegni originali
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