La Madonna delle Vigne

Viale Marconi

In un documento del 1223 già si menziona l’esistenza di una cappella sotto l’invocazione di Maria in regione Romanello. Edificata lungo la strada per Romano Canavese (l’attuale viale Marconi) sulle pendici del cordone morenico che separa Strambino dalla piana del Chiusella verso Ivrea, la chiesa della Madonna delle Vigne, come è da tutti conosciuta, deriva la sua denominazione dai filari di viti che ancora si estendono di fronte all’edificio, e che, insieme alle piante di gelso, ne hanno per secoli rappresentato la principale fonte di reddito. Legata storicamente alla Mensa vescovile di Ivrea sotto forma di beneficio, la chiesa fu restaurata sul finire del Cinquecento dal vescovo Cesare Ferrero, assumendo le forme attuali nel 1750 per volontà di monsignor Michele Vittorio De Villa, che ne ordinò la ricostruzione a proprie spese, come ricorda un’iscrizione a lato del presbiterio. L’edificio sorge isolato, segnalato da un’alta facciata a portico. L’aula interna, spaziosa e dilatata, si sviluppa longitudinalmente illuminata a giorno dai finestroni aperti oltre il cornicione all’imposta delle volte, con due sfondati laterali ad accogliere le cappelle. Nell’abside, dietro l’altare maggiore in scagliola marmorizzata, che reca incisa la data di costruzione («1758»), è custodita una statua della Vergine con il Bambino entro una ricca cornice in legno intagliato.

[R.C.]

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